mercoledì 8 aprile 2009

L'Accademia dei confusi in "Radicchio e Cipolla" Giornale di Sicilia - la Repubblica del 1 Aprile 2009



L'Accademia dei confusi:
Delia Altavila
Filippo D'Amato
Tommaso Gambino
Monica Gentile
Laura Mancuso
Andrea Meli
Letizia Porcaro
Rosanna Safina

martedì 7 aprile 2009

L'Accademia dei confusi in "Radicchio e Cipolla" 1 Aprile 2009 ai Candelai


La conoscenza scientifica è sempre congetturale e sempre fallibile. Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. (Karl Popper)
“Quello che dico io ha senso. Quello che dici tu non ha senso. Quello che dico io ha senso. Ma se tu dici quello che dico io, con parole tue, allora ha pure senso. E siamo pari.” L. P.

Letizia Porcaro, insieme all’Accademia dei Confusi, mette in scena un’ insalata teatrale di radicchio e cipolle, nella ricetta originale andrebbe aggiunta la carne o il pesce, ma viene a mancare per penuria di lavoro e per un “non senso” che determina la vita dei personaggi… c’è un omicidio, forse; una confessione, forse; una Santa e… il pubblico che, se vorrà, si porterà un pezzo dello spettacolo di “Radicchio e cipolla” (né carne e né pesce) . L’Accademia dei confusi è nata in seguito ad alcune lezioni di lettura espressiva che Letizia Porcaro ha tenuto, presso il Parco Letterario ‘Tomasi di Lampedusa’ di Palermo, a giovani scrittori palermitani. Coordinato da Letizia Porcaro il gruppo ha continuato il percorso, sperimentando nuove miscellanee ed interazioni fra lettura ed espressioni teatrali.

Radicchio e cipolla (né carne e né pesce) di Letizia Porcaro
Né carne né pesce, così si dice in riferimento a qualcosa che rimane incerta tra due soluzioni opposte. Ovvero, nel caso di questo spettacolo teatrale, dov’è il “senso”?
E’ difficilissimo oggi mettere in scena uno spettacolo, non ci sono supporti economici sufficienti per pagare gli artisti, per le scenografie, i costumi e quant’altro serve allo scopo. Gli attori di teatro difficilmente riescono a vivere di esso, sono costretti a procacciarsi un altro lavoro e adattarsi a ritagliare spazi di tempo per la loro passione artistica, con grande fatica. Molti artisti non vengono pagati e molti autori spesso mettono in scena spettacoli
semplici, minimalisti, o spettacoli di letture, che potrebbero nascondere mancate possibilità economiche, ma con i quali danno comunque sfogo alla fantasia creativa e alla necessità di esprimersi. Con Radicchio e cipolla (né carne né pesce) siamo in piena sperimentazione teatrale, lo spettacolo passa dalla messa in scena a simulazioni di prove, da interruzioni lasciate all’estro del momento ad errori commessi volutamente, da brani musicali stravolti a irriducibili ossessioni. La precarietà nella quale viviamo, l’incertezza, l’alienazione, l’ansia e la confusione tra il mondo reale e quello virtuale, lo stato di degradazione dell’arte e la mancanza di stabilità lavorativa, la necessità spesso di un avere un supporto psicologico, sono questi ed altri ancora i punti cruciali che, attraverso ardite migrazioni verbali, vengono toccati dall’autrice del testo, non attraverso una ricercata pseudo - analisi sociale, ma con il “non senso”. I testi condurranno il pubblico a cercare un significato, se vorrà,ma probabilmente lo troverà soltanto accettando il non senso dell’opera. La drammaturgia, in questo caso, è soltanto un pretesto per comunicare l’unico oggetto d’interesse per l’autrice: la precarietà del lavoro nel tempo in cui viviamo.
Letizia Porcaro e Rosanna Safina

Si ringrazia l’Associazione gruppo Teatro Totem per aver prodotto lo spettacolo, i Candelai per l’ospitalità e Maria Teresa De Sanctis per la partecipazione.